I rebranding più famosi della storia

Pepsi ricciolosa Nel 1989, il drink inventato da Bradham, chiamato inizialmente, e con fantasia, “Il drink di Bradham” e trasformatosi poi in Pepsi Cola, aveva un logo tipografico riccioloso. Fu solo nel 1950 che fu trasformato… in un tappo! Ed il tappo, con i colori della bandiera americana, andò via via semplificandosi finché non sparirono le scritte ricciolose e anche qualsiasi altro tipo di scritta. Rimase solo un tappo che tutti oggi interpretano come vogliono.

Ma quello è un titolo di giornale! Il primo logo della Coca Cola, difatti, non era un logo. Era una scritta apparsa per la prima volta sull’ Atlanta Journal Constitution nel 1886 e poi riutilizzata per comodità. Fu poi nel 1887 che il contabile della Coca Cola iniziò a delineare un vero e proprio logo che di fatto, poi, non è praticamente più cambiato.

La mela della Apple è caduta in testa a Newton Il primo logo della Apple era una scena bucolica. E se guardi bene, puoi veder Newton intento a leggere un libro e una mela bell’e pronta a cascargli in testa: insomma, due delle più grandi scoperte della storia in un iconogramma. I colori dell’arcobaleno, invece, sono disposti in ordine sbagliato. Ma volutamente. La fogliolina, insomma, doveva per forza essere verde, non poteva essere gialla di mela marcia. E poi il morso è sì un omaggio a Turing, ma serve anche a dare una scala alla mela e a non farla sembrare una ciliegia!

Il salmone del Nokiawirta porta nuove idee C’era una volta, in Norvegia, sul fiume Nokiawirta, una segheria che col tempo creò holding con altre attività della zona, cambiando e crescendo fino a divenire una delle più famose aziende produttrici di telefoni cellulari. In quel fiume, come prevedibile, c’erano tanti salmoni, e così decisero di mettere il bel muso dentato di uno di questi nel logo.

È forse una tellina? Di quelle che si fanno con gli spaghetti? No, è una cozza! Ebbene sì. Il primo logo della Shell non era una bellissima, elegantissima capasanta. Era il guscio di una cozza. Poi si è colorata e impreziosita col tempo, diventando quella che oggi vediamo su tutti i distributori ma parte proprio dal guscio di una cozza. E sai perché? Perché la Shell, inizialmente, commercializzava conchiglie orientali decorative!

E anche la Nutella… ah, no. La Nutella no. È uno dei loghi più celebri della storia e non è cambiato MAI di una virgola. E, rarissimo caso, funziona ancora come quando è stato ideato. Quello della Ferrero, però, è cambiato eccome. Nel primissimo logo c’era… una maschera! Un’immagine popolare che invitava l’Italia all’ottimismo dopo i traumi della guerra.

Cosa centra una dea buddista con le macchine fotografiche? Il primo logo della Canon, usato solo per i primi prototipi, vedeva la dea buddista della misericordia e della benevolenza e fu scelto perché volevano creare le migliori fotocamere al mondo. Il nome della dea era Kwanon.

L’omino (veloce) del Mc Donald Da una scritta semplicissima, ad un omino che, sia chiaro, è speedy, al famosissimo logo riconosciuto in tutto il mondo. Ma sapevi che le arcate che oggi compongono la M, inizialmente erano una parte architettonica del ristorante per farlo notare meglio a chi passava?

C’era una volta un re, seduto sul suo hamburger Burger King, invece, tra i suoi loghi ha anche un re che governa il mondo dalla cima del suo Whooper gigante (il panino di punta) che abbraccia un bicchierone di Coca Cola gigante.

LG e la crema fortunata La LG, inizialmente, produceva creme per viso e dentifrici e la prima immagine che la rappresenta è proprio il vasetto della crema “lucky” famoso per quanto facilmente riuscisse… a rompersi! Fu per questo che iniziarono a lavorare sulla plastica per poi raggiungere l’ambito che li ha resi celebri: l’elettronica.
Ah, giusto. Che sul logo attuale dell’LG c’è un viso lo sapete tutti vero? Ma sapete anche che spostando un po’ il naso otterreste un Pac Man?